Mostra “Beato Angelico. L’arte nei luoghi di cura” al Centro Diagnostico Italiano

La mostra fotografica "Beato Angelico. L'arte nei luoghi di cura" è visitabile a ingresso gratuito presso gli spazi del CDI Centro Diagnostico Italiano (via Sant Bon 20, Milano) fino al 28 gennaio 2024.

L'esposizione, realizzata da Fondazione Bracco in collaborazione con il Museo Diocesano di Milano e il CDI, è in dialogo con "Un capolavoro per Milano", iniziativa che da tempo propone al pubblico milanese l'opportunità di avvicinarsi a un'opera d'arte universale, esposta nel periodo invernale presso il Museo Diocesano. Quest'anno il progetto non solo pone in luce uno dei maestri più importanti della storia dell’arte italiana, il Beato Angelico, ma si concentra su una delle sue opere più complesse e affascinanti, lo straordinario scomparto dell’Armadio degli Argenti dedicato alle Storie dell’Infanzia di Cristo.

La mostra fotografica “Beato Angelico. L’arte nei luoghi di cura”, allestita negli spazi del CDI Centro Diagnostico Italiano in parallelo alla mostra principale, indaga e amplifica la cornice narrativa dell’opera esposta al Museo Diocesano di Milano. Ciascuno dei nove riquadri che compongono il ciclo pittorico è infatti stato fotografato ad altissima definizione e stampato in grande dimensione, corredato da una seconda immagine che ne propone un dettaglio significativo. Un’immersione in un racconto immortale, dipinto con raffinata sensibilità e raccoglimento mistico.

Fin dal 2011 la Fondazione ha avviato progetti intesi a incoraggiare la fruizione culturale nei luoghi di cura, da una parte promuovendo studi e convegni divulgativi, dall’altra avviando un ciclo di mostre in collaborazione con il CDI-Centro Diagnostico Italiano, nella convinzione, sostenuta da evidenze scientifiche, che questa contribuisca al complessivo miglioramento della qualità della vita.

Fondazione Bracco è Main Sponsor del Museo Diocesano di Milano per l'iniziativa "Un capolavoro per Milano" 2023 - 2024:  oltre a sostenere la mostra nel suo complesso, la Fondazione ha articolato il proprio intervento attraverso un ulteriore duplice contributo: una campagna di analisi diagnostiche sull’opera e la realizzazione della mostra complementare al CDI, concepita per essere ospitata in un luogo di cura.