Diana Bracco: fondazioni di impresa protagoniste del secondo welfare

“In anni di crisi questi soggetti privati hanno saputo offrire a migliaia di giovani un’importante opportunità di crescita”: così Diana Bracco ha commentato i risultati di una ricerca presentata nella Sala Buzzati del Corriere della Sera.

Raccontare le attività e le strategie adottate per i giovani dalle fondazioni d’impresa tra sperimentazione e innovazione è stato l’obiettivo dell’incontro promosso da otto Fondazioni (Fondazione Bracco, UniCredit Foundation, Fondazione Vodafone Italia, Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Allianz Umana Mente, Enel Cuore Onlus, Fondazione De Agostini, Fondazione Adecco per le Pari Opportunità) in partnership con Corriere della Sera, Rcs e Fondazione Corriere della Sera, tenutosi il 22 febbraio presso la Sala Buzzati a Milano.

Nel corso dell’incontro moderato da Dario Di Vico del Corriere della Sera, sono stati illustrati i risultati della ricerca “Fondazioni d’impresa per i giovani: come far crescere il vivaio”, coordinata da Fondazione Bracco, che ha evidenziato come dal 2011 al 2014 sono stati investiti quarantanove milioni di euro in 184 progetti promossi da 49 fondazioni che hanno coinvolto, direttamente o indirettamente, 56mila giovani.

Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, nel suo intervento ha sottolineato  “In anni di crisi le fondazioni d’impresa hanno saputo offrire a migliaia di giovani un’importante opportunità di crescita. Questi soggetti privati sono davvero un attore importante su cui si basa il ‘secondo welfare’ . La ricerca presentata ha dimostrato che le fondazioni sono in grado di fare rete e sistema promuovendo trasparenza e misurabilità delle loro iniziative. Le tipologie d’intervento – ha spiegato Diana Bracco - sono molto concrete e variegate: dall’istruzione tecnica al sostegno economico con borse di studio, dall’inclusione scolastica all’educazione civica, dalle attività artistico-sportive alla formazione professionale, fino ai tirocini aziendali e alle misure più innovative quali l’Incubazione d’impresa, le start-up e i concorsi d’idee. Certo sarebbe importante che questo impegno da parte delle fondazioni fosse sostenuto anche dalle istituzioni pubbliche, in un modello di collaborazione pubblico-privato che anche l’Unione Europea promuove”.

L’intervento di Diana Bracco è stato occasione anche per illustrare Il progetto Diventerò della Fondazione Bracco: “Un’iniziativa pluriennale per accompagnare i giovani di talento nel loro iter formativo e professionale, promuovendo percorsi innovativi di consolidamento tra il mondo accademico e quello del lavoro”. “Il progetto – ha illustrato Diana Bracco - prevede un sostegno finanziario attraverso borse di studio, premi di laurea o percorsi formativi e il sostegno di un mentore come un professionista o accademico di alto profilo nell’ambito di lavoro del borsista, che aiuta i vincitori del bando a sviluppare le proprie ‘soft skill’, ovvero un patrimonio di competenze non specifiche che rappresentano un bagaglio essenziale nel percorso di carriera quali capacità di lavorare in gruppo, di adattarsi al contesto di lavoro, di proattività, di pianificazione e orientamento al problem solving. Dall’inizio del progetto nel 2012 al 2015 – ha precisato il presidente Diana Bracco - per i  nostri bandi abbiamo ricevuto circa 800 candidature e più di un centinaio sono stati i premiati e i borsisti”.

All’incontro sono intervenuti anche Maurizio Ferrera (Professore Università degli Studi di Milano), Elena Ugolini (Vicepresidente Fondazione Adecco), Manuela Samek (IRS Istituto Ricerca Sociale) e Maurizio Carrara (Presidente UniCredit Foundation).

Infine hanno preso la parola anche alcuni giovani per raccontare la loro testimonianza:  Donatella Galea (sarta e confezionatrice di Cangiari, Gruppo Goel, progetto sostenuto da Fondazione Vodafone Italia), Federica Roccisano (alumna progettoDiventerò di Fondazione Bracco e oggi assessore al welfare della Regione Calabria) e i ragazzi del progetto “Impariamo dall’eccellenza” di Fondazione Allianz Umana Mente.

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